E’ un limite umano

pecore04.jpgNon ho dati statistici da portare e voglio sperare di sbagliare ma, vedo troppo spesso in TV interviste a persone che a priori si dichiarano pronte a sostenere un leader politico piuttosto che l’altro. Quasi tutti si schierano di qua o di là, qualche furbo si schiera al centro. Non capisco questo bisogno, è forse la paura di rimanere soli? Perchè alla domanda: “di che partito sei?” non rispondiamo “Sono del partito della mia testa!”. No, siamo già schierati, come essere anti Juve o Inter, lo capisco (poco) nello sport ma nella politica è diverso. A me sembra un po’ come delegare a priori il mio cervello ad altri, ok se non ce l’ho può andare bene così ma se ne ho anche solo un pezzettino no. Rivendichiamo il diritto di pensare con la nostra testa, diamo voce all’idea di non avere un leader ma un rappresentante e che egli verrà misurato su come rappresenta la nostra idea, Teniamoci stretta la possibilità di cambiare rappresentante. Ma forse sogno e la realtà è fatta di persone che hanno bisogno di qualcuno che li guidi, che abbia idee anche per loro, che gli indichi la retta via, che triste limite per la nostra specie vedersi così spenti, come abbiamo potuto dimenticare che sono sempre stati i leader a mandare al massacro milioni di persone

Berlino 1991

American SectorL’abbattimento ufficiale del Muro di Berlino fu iniziato il 13 giugno 1990 nella Bernauer Straße da 300 guardie di frontiera della DDR. Nel 1991 mi recai a Berlino in vacanza con gli amici, un gruppo di squinternati conosciuti un anno prima in direzione Capo Nord. A quel tempo era in voga l’InterRail e si partiva un po’ così, senza troppo meditare o preparare. Ricordo non avevamo un’idea precisa di dove scendere, in teoria Berlin Hauptbahnhof doveva stare per Berlino centrale o qualcosa di simile, deciso si scende lì. Alla stazione precedente il treno si vuotò ma riprese la marcia, la stranezza non passò inosservata ma il treno andava. Arrivati, scendiamo… da non credere ai nostri occhi una stazione enorme e vuota, silenziosa, pulitissima, l’eco di un ambiente ampio dove c’era solo una signora che lucidava il pavimento, i nostri passi incerti, dove andiamo, di qua, di là, nessuno a cui chiedere, cerchiamo un ufficio turistico, nulla, un bar, non c’è.
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Dal buio

Quella memoria al buio sulla quale un tremore ha aperto una crepa, un sussulto come la luce che rompe il sonno, filtra un raggio di sole e appaiono, contorni confusi e accecanti, muscoli contratti quasi servisse per imparare a mirare i primi colori che emergono dal bianco, eccoli, ritornano quei ricordi ora tanto intensi da essere anche odori e suoni. Questo è successo e ora sei presente nella mia mente con rinata energia, mi accompagni con suoni, grida e profumi che non esistono più,  così è l’umana maledizione che condanna i ricordi ad essere tristi, con dilaniante forza per i momenti più belli. Ben ritrovato dolce angelo che accompagni la mia vita, eccoci ancora a condividere quella malinconia profonda che trasforma uno sguardo in una fucilata a chi finge di ignorare le umane passioni.
Stammi vicino.

Ma non è facile?

senato.jpgPoi si chiedono perchè la politica, le istituzioni, lo stato siano considerate dal cittadino sempre meno e sempre più distanti.
L’altra sera ascoltavo il TG, non ricordo quale, era il giorno prima della votazione sulla finanziaria. Non entro in merito alla legge nel suo complesso perchè non la conosco e nemmeno mi interessa discuterne ma un passaggio mi ha lasciato allibito.
Clemente Mastella annuncia che non voterà l’articolo che stabilisce un tetto massimo di stipendio per i dirigenti pubblici. La motivazione, riportata dal cronista, è che ritiene inconcepibile che alcune star della televisione guadagnino più dei dirigenti pubblici.
Ora, oltre al fatto che la motivazione potrebbe essere opinabile già come concetto, nel senso “perchè no?”. Ok, ci stava la citazione in inglese ma era troppo polemica. Pur premettendo che ritengo ingiusti alcuni compensi e/o privilegi e non solo delle star, ritengo che chi paga tali compensi faccia un ragionamento semplice: mi conviene o ci rimetto? Di solito salvo eccezioni che se ci sono non le conosco, si paga una parcella o uno stipendio in modo da trarne un vantaggio.
Non sarebbe facile, cari pensatori di palazzo, fare una legge che lega il compenso di questi mega dirigenti agli utili che producono? Di fatto non ci sarebbe un limite ma neppure pagheremmo (molto) un tizio che ci manda in rovina.
A volte mi chiedo se sia un incubo

Un’idea geniale

sindaco.jpgTranquilli, non scendo in campo. L’idea però è di quelle veramente toste che mi potrebbero permettere di avere tanta fama e simpatia che se mi candidassi… e invece no, ve la voglio regalare.
Tutto nasce dal fatto che quotidianamente il mio telefono di casa è preso d’assalto da decine di aziende che vendono qualcosa, a parte gli operatori telefonici che sono i più assidui, tentano di vendermi di tutto, vino, materassi, mobili, energia, surgelati, automobili, assicurazioni, prestiti ecc.
La situazione è per molti aspetti insostenibile, prima di tutto è una gran rottura di scatole e ogni volta che alzi il telefono sei già imbestialito, d’altra parte però sai che dall’altro capo del telefono c’è un precario del lavoro che per quattro copechi si prende insulti e improperi, in realtà non indirizzati a lui ma all’azienda che rappresenta. Mi sono spesso chiesto che fine abbia fatto la legge sulla privacy, all’inizio mandavo lettere a tutti quelli che mi spedivano pubblicità chiedendo di essere tolto dai loro archivi, è sempre stata una battaglia persa. E’ giunta l’ora della riscossa! L’idea è semplice, trasformo il mio numero in un numero a pagamento, tipo gli 892 o i vecchi 144 per intenderci, amici e parenti mi chiamano su skype o sul cellulare, il telefono di casa sarà disponibilissimo per tutte le vendite telefoniche del mondo, sarò sicuramente molto più cortese nel rispondere, avido di informazioni e richieste di dettagli: “Ma è proprio interessante, mi spieghi bene in cosa consiste la sua offerta…”, “Mi può ripetere credo di non aver capito bene…”, “…devo parlarne a mia moglie, mi può richiamare?”. Se poi l’operatore dall’altro lato lo desidera sono disposto ad ansimare come una bestia in calore.
Che ne dite, se lo facessimo tutti? Oggi, come non mai, il mio tempo costa, vuoi che te ne dedichi un po’? PAGA!

Imparare democrazia

Una delle parole più usate, forse da sempre, con particolare intensità adesso è proprio “Democrazia”.
Crediamo tutti di conoscere il significato di questa parola, ce la insegnano subito a scuola e chiunque pensa di riuscire a darne una definizione intelligente oltre che esatta.
Leggendo questo libro mi sono sentito molto in imbarazzo, certo Gustavo Zagrebelsky ha tutti i titoli per saperne più di me su questo argomento ma alcune riflessioni aprono o se vogliamo svelano delle sfaccettature del tutto nuove, almeno per me.
Vi consiglio questo libro, volendo si può leggere in poco tempo, costa poco e ci arricchisce molto di più, sono convinto però che vi fermerete a riflettere molto spesso su queste pagine, prolungando così il piacere di questa lettura. C’è un aspetto curioso, adesso, quando sento nominare la parola democrazia, guardo in faccia chi la pronuncia, cercando di capire se stiamo parlando di qualcosa a cui diamo lo stesso significato, spesso ho l’impressione che non sia così.

Rumeni e caos universale

L’universo sembra governato dalla teoria del caos, teoria del caos se uno si ripete questa frase sembra essere un controsenso. In realtà il mondo, l’universo e anche le cose di tutti i giorni sono assoggettate a regole molto complesse, molte di queste non le comprendiamo, nemmeno le conosciamo, talmente complesse da essere considerate caos. La mente umana ha dei limiti evidenti nel capire, dei limiti di intelligenza, a volte di cultura, ma la nostra mente deve trovare delle regole, deve trovare una ragione, deve semplificare, più la mente è semplice, se vogliamo stupida, più le regole che produrrà sono semplici e generalizzate. In merito alla stupidità, un signore, che si chiamava Albert, disse che è infinita.
Cosa c’entrano i rumeni? E’ solo un esempio di come si tenda a generalizzare, creare delle categorie, un rumeno sevizia e uccide una donna, ne nascono raid contro i rumeni. La mia fortuna è che i giornali non hanno titolato “un quarantacinquenne….. ” altrimenti sarei a rischio. Non penso che un aggettivo possa creare una regola, ci vuole una mente troppo stupida per fare una generalizzazione del genere, quando questi reati sono commessi da un lombardo, veneto, romano, albanese, nero, giallo….. non significa che tutti quelli che possono fregiarsi di quell’aggettivo sono colpevoli. Quegli aggettivi non servono a caratterizzare o ghettizzare ma qualcuno lo fa, le cose complesse o sconosciute ci spaventano, se dovessimo pensare che siamo migliardi di persone tutte diverse come potremmo capirle tutte, meglio dividere, in gruppi, è più facile. Il caos fa paura, più ignori più hai paura.
Io non ho mai visto sette colori nell’arcobaleno ma migliaia di colori, voi quanti ne vedete?

Amici d’altri tempi e luoghi

Ancora un altro pomeriggio con Ollircs, anche lui uomo di altri mondi anche se vive nel nostro pianeta da quando era piccolo, lo conobbi in un bar tanti anni fa, mi resi conto che non poteva essere umano da come si era travestito. Giacca arancione, occhiali griffati Moschino, capelli con le mesh, insomma un discotecaro in piena regola, solo che erano le nove di mattina.
Cosa si può imparare da lui? Beh, molto direi, il suo mondo è pervaso da buchi spaziotemporali per cui a priori è sempre necessario verificare, prima di un qualsiasi ragionamento, il presupposto di partenza. State pensando che questa sia una sfortuna? No, assolutamente no. Quando noi umani elaboriamo una tesi, sia questa filosofica o relativa al dentifricio da acquistare, partiamo da delle ipotesi, dei presupposti, queste ipotesi sono ciò che noi diamo per scontato, in base a questi presupposti traiamo conclusioni, conclusioni che sosteniamo con forza, a volte con il sacrificio della vita stessa. E se quei presupposti fossero errati? Perchè sei convinto che quella ipotesi sia vera? Quanto e quando ci hai riflettuto? o solo te lo hanno detto? Non significa ricominciare sempre dall’inizio, significa che almeno una volta abbiamo verificato alcune convinzioni, che questa verifica ci ha fornito certezza assoluta, se così non è, se aleggia qualche dubbio nei presupposti dai quali partiamo, beh allora sarà facile accettare che le nostre conclusioni siano affette dagli stessi dubbi. Così, in questo modo dai perchè bizzarri del tempo e dello spazio, Ollircs e i suoi simili si trovano a non avere estremismi e fondamentalismi nel loro mondo, rimpiazzati da una continua e costante disponibilità al confronto, aprendo la loro mente e il loro mondo a diversità, alternative e dialoghi. Ciò che è vero in uno spazio e in un tempo può essere errato nel mio spazio e nel mio tempo, i tuoi preconcetti sono diversi dai miei ma se non li cancelliamo non sapremo dialogare.
Grazie Ollircs, peccato che il tuo virus qui sulla terra non sia così efficace.

DICO

Non se ne parla più, ne parlo io. Le coppie di fatto.
Premessa: libertà è fare quello che vuoi finchè non ledi la libertà di altri, democrazia è (oltre a tante altre cose) dare a tutti la possibilità di essere liberi.
Se la premessa ci può stare bene possiamo continuare nel ragionamento, diversamente credo abbiamo altre cose di cui ragionare.
Ora, due persone che decidono di stare insieme, e con questo non intendo solo un insieme sessualmente attivo, due persone che si fidano l’un l’altro, che decidono di affidarsi o farsi tutelare dall’altra persona e lo fanno di loro spontanea volontà, non c’è storia, non ledono la libertà di nessuno.
“Si ma i valori della famiglia?”. Aspetta, quale famiglia? la mia? la tua? I tuoi valori cambiano perchè altri convivono? Non credo, se due fratelli magari entrambi vedovi decidono di spegnersi insieme dividendosi spese e altro lo vediamo come un valore negativo? No, nessuno prova qualcosa di male in questo; sia ben chiaro però, che a nessuno dei due venga voglia di fare sesso, se sono giovani, se sotto le coperte succede qualcosa, se invece di guardare la TV si toccano…. ORRORE.
Ma allora stiamo parlando di sesso, non di coppie di fatto. Stiamo parlando di persone che vivono il sesso liberamente, senza il vincolo del matrimonio, ma allora c’è qualcuno che è invidioso (peccato più grave).
Care Coppie di fatto, in nessun modo state ledendo la mia libertà o il mio pensiero, non è certo dividervi un bacio, una carezza o solo una coperta perchè due coperte la pensione (o il precariato) non ve lo permette che disturba i miei sonni.
“Si ma poi si aspettano dei diritti questi”. Sì, giusto e questo ci danneggia? Non riconoscerli sarebbe ledere la libertà di altri, se io delego qualcuno a parlare in mia vece e tu questo non lo riconosci, ledi una mia volontà, la mia libertà.
Sono convinto che ci sia tanta ipocrisia parlando di coppie di fatto, la verità è il sesso che ci immaginiamo dietro a questo, un tabù tutto italiano, lo scandalo, il trauma… i “valori”.
E pensare che anche voi nei vostri momenti di intimità avete varcato, almeno con la fantasia, la soglia, quella soglia che divide il “giusto” dal perverso, lo negherete fino alla morte ma lo avete fatto, vi è pure piaciuto e io lo so!

Parola di Francesco

310px-francesco_guccini_2.jpgVenite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un’altra vita;
se c’è, come voi dite, un Dio nell’ infinito, guardatevi nel cuore, l’avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l’uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Sono veramente poche le frasi che, come in questa canzone di Guccini, sanno caricarmi di energia. Non venitemi difronte con discorsi vuoti quando queste parole mi ronzano per la testa, potrei farvi a fette.

Falsi manager

soldi.jpgSono il male delle imprese, delle aziende che si lasciano trascinare da alcune logiche e congetture, magari molto di moda ma tutte da dimostrare.
Sia chiaro, non sto parlando dei manager blasonati o famosi nei tabloid di tutto il mondo ma, in particolare, di quella schiera di “capi” che ricoprono quel ruolo per varie ragioni tra le quali però manca, troppo spesso, la competenza del ruolo.
Già, la competenza del ruolo. In effetti non la insegnano a scuola, non ti viene data in pegno quando facendo bene il tuo lavoro vieni “promosso” a capo, tantomeno se la promozione deriva da altri comportamenti meno professionali, ma comunque presenti in azienda quali lo strisciare per non inciampare o l’esercizio di lingua sul back del capo.
E quindi? Quello che succede è piuttosto elementare, il “capo” esercita potere, questo lo capisce anche un bambino, è la conseguenza più comprensibile della parola con cui si definisce il ruolo.
Il capo però non è un manager.
Per radio passò una bellissima intervista che vi invito ad ascoltare, la trovate qui: dirigenti-narcisi.zip. Questa vi da un’idea precisa e per nulla esagerata della situazione.
Come si riconoscono? Di solito basta la senzazione, non serve altro ma per avere un conforto “scientifico” basta analizzare il loro operato. In primis tendono a non riconoscere i meriti di altri e se lo fanno usano una forma del tipo “Bravi ma…”, i super controlli sono un altro sintomo, la ricerca forsennata di un errore del collaboratore, questo serve a dare un pretesto per “punire” che viene vissuto come il miglior modo per ribadire il ruolo, oltre a spostare l’attenzione dall’operato del capo a quello del collaboratore. Particolare importante poi per scoprire i “falsi” è l’analisi delle soluzioni fornite dal capo, spesso mancano del tutto, se mancano soluzioni o sono talmente generiche da non essere capite, se addirittura alla richiesta di aiuto la risposta è una lavata di testa, beh non abbiate più dubbi, lo avete scovato.

Viaggio nel mondo del paranormale

Un tempo, in una sagra paesana, per dare colore e interesse al nostro punto di ristoro, una vecchia cantina puzzolente nella quale facevamo pagare troppe Lire un vino tanto scadente da dover essere allungato con acqua per poter essere deglutito senza avere sforzi di vomito, decidemmo che in un piccolo anfratto della cantina seminascosto da una tenda stracciata avremmo messo un piccolo tavolo basso, due sgabelli, una candela ed un cretino a fare il chiromante.
Per sorte o per meriti quel cretino dovevo essere io.
Al tempo avevo già letto “Viaggio nel mondo del paranormale” un bel libro di Piero Angela, il mio scetticismo in materia è ai massimi livelli ma gli “amici” comunque decisero che non c’era candidato migliore di me. Capite bene come, preso dalla parte, iniziai la mia formazione facendo incetta di libri di chiromazia, per lo più a metà prezzo e scovati a fatica in qualche fiera. Due libri in tutto e di poche pagine, uno di chiromanzia tradizionale ungherese e uno di chiromanzia orientale. Fui piuttosto sollevato nello scoprire che molto spesso gli stessi “segni” sono interpretati in modo opposto e che quindi mi sarei potuto aggrappare a l’una o l’altra lettura per qualsiasi cavolata dicessi.
Divenni (e sono) un esperto. Inizia la sagra.
Mi presento al mio posto di lavoro vestito normalmente e gli amici, i soliti, mi dicono che non sono credibile e che rischio di vanificare tutti i loro sforzi ecc. ecc.
Riflessione n°1: ma se ho questi amici qui, io come sono messo? vabbè meglio non cercare risposte a tutto.
Rimedia la situazione una amica mettendomi un suo foulard a mo di bandana, sembro uno zingaro! Si può procedere.
Non vi dico quanto ho lavorato! Inoltre, non lo sapevo, nonostante io non volessi essere pagato, tutti gli avventori lasciavano soldi “perchè altrimenti porta male” e ho guadagnato molto di più che non gli amici (stronzi) con il vino.
Raccontavo storie, iniziavo frasi vaghe, dicevo ovvietà, prospettavo comunque un futuro positivo.
Ebbi almeno 300 clienti di cui 280 donne, i 20 maschietti volevano solo sapere se avevo detto alle loro ragazze della loro infedeltà (non è maschilismo ma squallida statistica). Dieci ragazze si innamorarono di me dichiaratamente, altre non so ma trovai nell’ampolla del denaro una cinquantina di numeri di telefono. Per molti mesi a seguire una mia amica fu tempestata di domande per sapere dove esercitavo il mio potere, dove potevano avere un mio “consulto” asserendo che avevo previsto tutto, che tutto si era avverato, poi amiche, amiche delle amiche, amiche di amiche che avevano sentito dire.
A nulla valsero gli sforzi per dire che era tutto un gioco, coreografia, uno scherzo, che io non avevo nessun potere divinatorio.
La conclusione delle clienti fu la seguente: “Lui non sa di averlo, lui non sa che quelle parole, quello che diceva, non erano parole dette a caso ma guidate dal suo potere che, proprio per questo deve essere molto forte.”
A quel tempo ero giovane e puro e forse, riflessione n°2 “un po’ più coglione del necessario”, per cui intrapresi un’altra carriera abbandonando lo sfruttamento di quella porzione della mente umana così avida di speranza.
Leggetevi il libro di Piero Angela, credete poi a ciò che volete ma sappiate che qualcuno in questo mondo potrebbe essere più opportunista di me.

Quando le macchine avranno il sopravvento

Ero disteso su di un verde prato ancora umido insieme al mio nuovo amico o amica Namnyef, un extraterrestre vagabondo, l’indefinizione della sua sessualità dipende dal fatto che loro ne hanno ben 15 tipi diversi (non vi dico il casino per capire i vari tipi di omosessualità derivanti) per  cui un parallelo con noi non è semplice, mi riferirò a lui usando il maschile così per semplicità. Guardando il cielo fui percorso da quella domanda, quando le macchine domineranno l’uomo? Mi accingevo ad argomentare quanto fosse ancora lontano quel momento e come, probabilmente, non avrò modo di vederlo quando mi sentii addosso il suo sguardo allibito, in realtà un impulso del suo sensore mistico a positroni coadiuvanti (ottimi anche contro la cellulite), mi girai verso di lui per capire. Accese il suo sintetizzatore vocale, quella mattina particolarmente scordato, e con la sua pronuncia da scozzese ubriaco mi disse:
“Ma come? siete già schiavi delle macchine, vi rinchiudete dentro di loro al mattino e le manovrate per portarle ad incontrarsi tutte insieme a volte per ore in quelle cose che chiamate strade, poi arrivate in loculi chiamati uffici o fabbriche per dar vita ad altre macchine, computer,  presse, torni, filatrici, lo fate per tutto il giorno, alla sera crollate davanti ad una macchina chiamata televisione, fate tutto questo in cambio di un composito strano che chiamate denaro che vi permette di comprare macchine più grandi, morite intossicati dai rifiuti delle macchine, ci morite dentro, sotto, nel tentativo di costruirle, vi indebitate per loro…. forse, amico mio, la vostra parola “dominare” non si può tradurre nel mio mondo”

Mi fa impazzire

Sono sempre impressionato
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Francamente non conosco il tipo che fa queste genialate, immagino però che abbia tempo e non sia sposato

Energia

Riflessione di un viaggio, sono stato in Spagna, sulla costa atlantica e per arrivarci ho attraversato i Pirenei, queste enormi “colline” paesaggi desolati, intriganti, vivi, spazzati dal vento in ogni anfratto o gola. Si incontrano con una certa frequenza impianti eolici, questi enormi ventilatori che girano lentamente ma continuamente, così facendo generano energia, da soli, silenziosamente, senza “bruciare” nulla.
Bello, si la Spagna ha tanto vento, chissà in Italia quanto vento potremmo sfruttare? Questi i pensieri durante il viaggio e nel frattempo macinavo chilometri; in tarda mattinata arrivo sulla costa meno vento e meno generatori, già, l’eolico ha dei limiti mi dicevo poi un riflesso colpisce i miei occhi e attira la mia attenzione, proveniva da un cantiere, dal tetto di un condominio in costruzione, è lì vicino, cos’è? vado a vedere.
Sul tetto di quel condominio al posto delle normali tegole stavano montando “tegole fotovoltaiche”! Mi avvicino, qualcuno mi nota e viene verso di me, forse per cacciarmi.
“Mi scusi, cosa montate sul tetto? Sono solo un turista curioso” il tutto farcito da un po’ di “s” finali in un improbabile spagnolo. Sì, tegole fotovoltaiche, il capocantiere (credo) mi spiega che sono circa 30KW e che ormai usano spesso quel tipo di tetti, alza il braccio e con un dito mi indica altri palazzi in zona, mi volto e…. mamma mia quanti!
L’Italia va in Black-Out d’estate quando il caldo fa spingere al massimo i condizionatori, quando il sole picchia!
Fabbisogno di punta in energia dell’Italia nel 2006 55GigaWatt.
Un pannello da 3KiloWatt su ogni tetto ci sta!
Tetti Stimati in Italia 20.000.000
Totale 60GigaWatt
Certo non c’è sempre il sole in tutta la penisola ma se di quei 60 ne avessimo solo 6.
Ma perchè non si fa? bah, forse sbaglio i calcoli :-)