Berlino 1991

American SectorL’abbattimento ufficiale del Muro di Berlino fu iniziato il 13 giugno 1990 nella Bernauer Straße da 300 guardie di frontiera della DDR. Nel 1991 mi recai a Berlino in vacanza con gli amici, un gruppo di squinternati conosciuti un anno prima in direzione Capo Nord. A quel tempo era in voga l’InterRail e si partiva un po’ così, senza troppo meditare o preparare. Ricordo non avevamo un’idea precisa di dove scendere, in teoria Berlin Hauptbahnhof doveva stare per Berlino centrale o qualcosa di simile, deciso si scende lì. Alla stazione precedente il treno si vuotò ma riprese la marcia, la stranezza non passò inosservata ma il treno andava. Arrivati, scendiamo… da non credere ai nostri occhi una stazione enorme e vuota, silenziosa, pulitissima, l’eco di un ambiente ampio dove c’era solo una signora che lucidava il pavimento, i nostri passi incerti, dove andiamo, di qua, di là, nessuno a cui chiedere, cerchiamo un ufficio turistico, nulla, un bar, non c’è.
Usciamo percorrendo un salone imponente, ho ancora in mente le pareti perfettamente tinteggiate di bianco, nemmeno un segno, neppure il classico odore di ferro che contraddistingue tutte le stazioni anche le più infime. Siamo fuori, il tempo è discreto ma i nostri occhi non trovano un riferimento che potesse rivelarsi utile, solo una piccola vecchia edicola dall’indeciso colore verde e ruggine, sembra aperta. E’ gestita da un ragazzo, il suo inglese rasentava lo zero (come il mio del resto). Aiutaci a capire! Dopo varie peripezie risolviamo l’arcano, siamo alla stazione centrale sì ma di Berlino Est, dobbiamo andare a Berlino Zoo per l’ufficio informazioni turistiche. Ok, c’è qualcosa di simile alla metropolitana per arrivarci, si riparte. Si aprono le porte del treno, siamo arrivati. Gente che cammina rapidissima, quasi a fuggire, un odore acido insopportabile, in un angolo un ragazzo vomita a terra tra l’indifferenza di tutti, non è l’unico ad averlo fatto, il pavimento è un campo minato. Ragazzi e ragazze, troppo giovani, che camminano come zombie, impietriti ci fermiamo quasi ostacolando chi ancora doveva scendere, uno di noi si lascia sfuggire con un soffio di voce: “mio Dio ma cosa è successo?”, “Nulla, è tutto normale” gli risponde un ragazzo che scendendo lo aveva affiancato e sentito, fermalo, parla italiano… niente è già sparito. Di fronte a noi dei coetanei distrutti, una di loro ci offre quel che resta del suo corpo per pochi Marchi ma si accascia a terra mentre ancora parlava, un’altra ragazza la trascina da una parte incurante di cosa ci fosse a terra lungo il tragitto. Arriva un altro treno, si sente l’aria muoversi e il fetore ci risveglia da quella pietrificazione, senza una parola ci avviamo veloci verso l’uscita e lo spettacolo è ancora peggio, siringhe ovunque, qualcuna ancora attaccata ad un braccio o ad un collo, dietro ogni angolo o colonna qualcuno a terra con gli occhi vuoti. C’è l’insegna di un ufficio turistico, la porta è piccola, in vetro blindato, sbarre dentro e fuori, oltre due enormi guardie armi in pugno che tengono chiusa la porta con una catena, ci avviciniamo, timidamente Anna guarda negli occhi la guardia appoggiando la mano sulla porta, una delle guardie scruta e valuta la situazione alle nostre spalle, un gesto al compare che toglie la catena, ci fanno entrare quasi tirandoci dentro e richiudono rapidamente. Siamo fuori dalla stazione, c’è lo zoo, palazzi pieni di insegne luminose, rumore traffico, odore di città. Se qualcuno ha visto il film “Cristiana F noi ragazzi dello zoo di Berlino” sappia che per me ora è come Cappuccetto rosso. Per tutto il resto del viaggio ogni giorno, almeno per un momento mi interrogavo su quella differenza Est/Ovest che avevo visto, non sono mai caduto in una risposta “politica” a quelle scene, non ho mai ritenuto troppo utile capire per chi o per cosa siamo arrivati a questo, colpe e colpevoli, buoni o cattivi. Storici, filosofi, giustizionalisti ci hanno già spiegato tutto, abbiamo capito tutto, ma la domanda che mi ponevo era diversa: se abbiamo capito, allora, perchè oggi è ancora così?

2 Comment(s)

  1. Un’esperienza ai limiti del paranormale in una Berlino appena riunificata…sarà stato quantomeno particolare…un grande spaccato di storia civile, sociale europea…insomma Marco quante ne sai…!?!?!

    Enrico | Dic 24, 2007 | Reply

  2. Surreale; nonostante la fretta di tutti i giorni questo racconto mi ha tenuto incollato fino alla fine..ma cosa intendi con ‘oggi è ancora così’?

    leodin | Gen 21, 2008 | Reply

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