Il concetto di morte

Che strano mondo, che strano essere lo abita. Se c’è un evento che si conosce da sempre è la morte. Ogni persona può pensare al “dopo” che vuole ma una cosa è certa, per i vivi non ci sei più, fisicamente questo è certo. Insomma per certi versi non è un concetto così difficile ma poi ci sono gli oratori, politici, filosofi, storici, religiosi… e comincia il caos. Se ti mandano in guerra, puoi morire senza tante storie, se sei in stato vegetativo e vuoi morire non puoi, la vita è sacra ma solo quella di chi crede nel Dio giusto. Se vuoi lasciarti morire non puoi ma se ti mandano a morire o ad ammazzare per la patria,  per un dio o per il petrolio puoi. Se qualcuno ti aiuta a porre fine ad una esistenza che non vuoi più lo chiamano omicidio, se muori sul lavoro perchè il datore ha risparmiato sulla sicurezza e ha cambiato il SUV la chiamano disgrazia. Allora io non ci capisco più nulla, c’è una sola cosa che ti appartiene su questo mondo ed è la vita, questa è solo tua, dall’inizio alla fine, dalla nascita alla morte e invece è prorpio nei due momenti più importanti che gli altri decidono per te. Sento frasi false, parole usate al contrario per convincermi a rovescio, sento dire che acqua e cibo non devono essere negati a nessuno, la mia mente si confonde perchè “non negare a nessuno” significa che devi dare a chiunque ti chieda ma altri intendono “obbligare tutti a ricevere” e non è uguale! Poi vedo tanti poveracci che chiedono un pezzo di pane e non gli viene concesso. Vedo un intero parlamento, tutta una nazione agitarsi per una persona che voleva essere lasciata in pace, vedo gli stessi, sordi alle tante grida di aiuto, e continuo a non capire, vedo chi può salvare tante vite guardare altrove, vedo chi non può, soffrire di questa impotenza.
Ma dove sono i miei simili?

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