Dichiaro la mia ignoranza in merito, non ho nemmeno fatto una ricerca tanto odio questa situazione. Il mio è un piccolissimo blog, senza nessuna pretesa e nonostante ciò, ogni giorno devo cancellare dalla coda di moderazione decine di “commenti spam”. Per fortuna il filtro ancora tiene e non vengono pubblicati, qualche spammer si registra, con la speranza di aggirare il filtro, capisco che per loro è un lavoro ma io lo spazio sul database lo pago. Mi chiedevo: mettendo un avviso in homepage dove dichiaro che i messaggi pubblicitari verranno fatturati, secondo voi potrei avere ragione? Da tempo ho inoltre scoperto che il server di posta prova a filtrare le mail indesiderate e in questa guerra continua tra server con filtri sempre più complessi e spammer che si inventano nuove tecniche, il risultato è che vengono bloccate anche le mail degli amici o, peggio, di lavoro che vorrei/dovrei ricevere. In america la prima sentenza e il tribunale ha condannato una società di spam a pagare una bella cifra di danni, in Italia che si fa?? Credo sia un male con il quale ormai dobbiamo convivere, come un cartellone pubblicitario per strada che, essendo studiato per quello, ti cattura l’occhio più del segnale stradale che indica un incrocio pericoloso e magari qualcuno ci muore ma… “The business must go on”. Se qualcuno ha consigli o soluzioni, se qualche ufficiale della polizia postale legge questo articolo e vuole aiutare, beh speriamo che il suo messaggio arrivi e non sia “filtrato”
Anche Leonardo e Agnese si sposano, beh, dov’è la novità? In vero la novità è legata al Web, gli amici che oggi in gran parte sono amici del mondo virtuale: forum, community, live space e giochi on-line sono stati resi partecipi dell’avvenimento via web, il viaggio sarà documentato e messo in rete in tempo reale sfruttando tutte le tecnologie di cui Leo è feroce divoratore. Speriamo che si riservino qualche momento di intimità, è pur sempre una luna di miele, però potremo viaggiare virtualmente con loro e vivere in “second life” un memorabile cost to cost negli States. Per l’occasione i due piccioncini hanno creato un blog dove è raccolto tutto ciò che riguarda questo bel momento che stanno vivendo. Auguroni ragazzi! e complimenti per la bella iniziativa che, credo, manderà definitivamente in pensione i costosi album e i decadenti filmini.
Il contesto di partenza è quello dei siti dove portare i rifiuti di Napoli, poi però si generalizza il concetto parlando di “principio a cui ci ispireremo…” e aggiungendo questa frase: “Non saranno più accettate azioni di minoranze organizzate che calpesteranno la legalità”. Non so, a me è sembrata un po’ forte come dichiarazione. Certo, sembra che in linea di principio sia tutto condivisibile, il/i cittadini devono rispettare la legge, ma gli effetti di quella frase, ad oggi, sono che se per legge ti portano i rifiuti in cantina non puoi lamentarti, sei in minoranza e contro la legge. Così sarà anche per i prossimi rifiuti nucleari? Per tutte le manifestazioni di piazza contro un provvedimento/legge varato dal governo (e quindi maggioranza per definizione)? Vi assicuro che mai come questa volta spero di sbagliarmi, ai posteri…..
E’ argomento oggi molto diffuso, i politici continuano a dirci che noi desideriamo altro ma, da sempre, ciò che distingue l’uomo dai suoi coinquilini in questo piccolo pianeta è la ricerca della verità. Con la vita frenetica a cui siamo sottoposti dobbiamo necessariamente affidarci a qualcuno che ci racconti cosa succede, come funziona, quali le novità del nostro globo. Si chiama informazione e la otteniamo attraverso la TV, la radio, i giornali ma anche internet e il passa parola. Ma questa informazione è la verità? Difficile da dirsi, credo che un punto da cui partire possa essere quello di chiedersi se almeno questa informazione è libera. Secondo Freedomhouse era parzialmente libera fino al 2006, eravamo dietro paesi che “per ciò che sappiamo” sono dei brutti posti. Nel 2007 le cose sembra siano andate meglio e siamo finalmente classificati “Free” anche se affiancati da Israele, Guyana e solo un punto avanti a Cile e Hong Kong per citare posti dove, “nel mio personalissimo cartellino”, una gran libertà non mi risultava esserci. Tutto questo per arrivare alle notizie date su Cuba qualche tempo fa in merito all’elezione di Raul che succede a Fidel. Fatemi una cortesia, leggete questo articolo e verificate i dati, i link delle fonti sono in fondo all’articolo, Se poi volete allargare lo spettro cercate di leggere qualche mattone di Noam Chomsky, una curiosità, Chomsky è un premio Nobel ma ad oggi su wikipedia.it non è riportato, per conoscerlo guardate questo video.
Finalmente è finito (quasi), si dopo un bel po’ di lavoro il robot per tagliare l’erba del giardino è operativo e funzionante, mancano alcuni ritocchi estetici che per il momento sono espletati da una foto del diavolo della Tasmania.
Potete vedere qualche foto e anche un piccolo filmato nella pagina hobby di questo blog, durante lo studio e la realizzazione di questo progetto mi sono imbattuto in componenti che esplodevano e programmi da me realizzati che sembravano dotati di una particolare intelligenza artificiale votata a fare dispetti. Gli “amici” robottari coinvolti nelle varie disavventure e difficoltà mi hanno più volte suggerito un uso diverso dell’erba… tutta invidia.
E’ fantastico, i nostri politici sono tutti molto impegnati nella questione immondizia, che avete capito parlavo del produrre immondizia. Siamo nel pieno della campagna elettorale, non è ancora finita, manca qualche giorno e io ho ricevuto (e conservato ai fini di questa statistica) 700 grammi di propaganda elettorale, anche voi? La città in cui vivo è imbrattata ovunque di manifesti ma non solo, in terra ci sono volantini di ogni partito, ogni palo dell’illuminazione pubblica, della segnaletica stradale è addobbato con adesivi elettorali (gli unici a durare intere legislature).
Ricevo e-mail dai vari candidati che molto cortesemente aggiungono in fondo la dicitura “Questa nota è a carattere informativo, pertanto non può essere considerato SPAM”, traduco, cuccati questo spam e taci tanto non puoi farci nulla.
Ma chi paga tutto questo? chi pulisce? con quali mezzi (soldi)? Ma a noi tutto questo sta bene?
Non metto foto, non si sa mai che mi denuncino perchè la percentuale di visibilità dei volantini a terra non rispetta la par conditio però li sto mandando per e-mail a tutti i candidati che mi scrivono e non solo, fatelo anche voi.
E’ un oggetto di cui in questo periodo pre elettorale si discute molto, sembra che sia una rarità o meglio, tutti lo hanno ma sembra raro averlo “pulito”. Io sono uno dei fortunati e il mio è pulito e anche profumato. Non è raro che mi chiedano di mostrarlo, a volte per cose banali, non saprei dire quali conseguenze potrebbero esserci se fosse sporco o macchiato, immagino mi guarderebbero in modo diverso, immagino ci potrebbe essere una qualche forma di discriminazione. Giusto o sbagliato? Non mi esprimo, ognuno di voi ci ragioni, dico però che non ritengo assurdo voler conoscere le persone con le quali ti devi rapportare e con le quali metti in gioco qualcosa. Ok, adesso vorrete sapere di cosa si tratta, facile, cliccate sull’immagine.
Giornata da solo, ho voglia di dedicarmi un po’ ai miei hobby, come tali sempre un po’ troppo trascurati. Sono sveglio dalle 5.30…. lasciamo perdere il perchè, ho bevuto credo un bidone di caffè e mi sono chiuso nel mio piccolo angolo. Per un’idea che sto sviluppando voglio far chiacchierare tra loro un po’ di componenti tra cui un display, un Real time clock, una roboboard e ovviamente il PC via radio. Verso le 10.30 c’è stato un momento di crisi, caffeina e zuccheri si stavano esaurendo, palpebra calante e un maledetto listato che sembra perfetto ma non va. Il momento peggiore è quando arriva quello che chiamo l’alibi supremo, si è un alibi che sposta il problema in modo da non farti sentire sconfitto davanti a qualcosa che non riesci a fare, è semplice, ad un certo punto nella mente scatta il fatidico: “Ma mi interessa quello che sto facendo?”. E qui la cosa è grave perchè non parli più di competenze o capacità, non ti misuri con l’ostacolo ma con la necessità di misurarti anzi, puoi arrivare a mettere in discussione la validità di quel modo di misurarti. Essendo bravi si può arrivare per passaggi successivi a considerare una vittoria l’aver deciso che proprio non potevi stare a perdere tempo lì.
Beh, oggi non è andata così, appena l’alibi supremo si è presentato come possibilità alla mia mente è stato riconosciuto e cacciato, grazie anche ad un’altra dose cospiqua di caffè, oggi l’ostacolo è stato superato, penso che sarà una bella giornata.
E’ il titolo dell’ultimo CD di Nicoletta con la sua amica-collega flautista Morena, non voglio dirvi qui che è bello e spendere aggettivi positivi, ovviamente sarebbero interpretati come “di parte”, quello di cui posso parlare è legato alle sensazioni provate durante il progetto, nei momenti della sua realizzazione, fino al momento in cui il corriere ha consegnato il prodotto finito. Come per tutti i progetti, qui è d’obbligo aggiungere ben riusciti, gioia e soddisfazione diventano elementi tangibili, il desiderio di parlarne, avere ritorni, riscontri commenti è come una specie di fame. A me è toccato “solo” il privilegio di vivere di riflesso le emozioni di Nicoletta e sono state emozioni intense. La musica è una forma di cultura importante, l’unica ad essere diffusa da sempre senza confini, senza limiti legati all’idioma, l’unica forma che nasce spontaneamente in tutti i popoli.
Brava Nicoletta, brava Morena, spero di ascoltarne presto altri.
Oggi oltre a parlare di un libro, voglio parlare di un’amica che mi sta molto a cuore, per rispettare la sua privacy la chiamerò con un nome di fantasia, Silvia.
Ci sono sempre nella vita dei momenti dove ti chiedi cosa hai fatto di male e perchè il mondo si rivolta contro di te. In quelle situazioni scopri anche di avere amici, tanti nel mio caso, di esserti legato ad una persona deliziosa, di non essere solo, è una gran bella senzazione, una cosa che ti rimane per la vita. Purtroppo però tutto questo non risolve nulla delle tue vicende, non fraintendetemi, sono utilissime per rimanere lontano dalla depressione, dal perdere l’autostima, ti riportano al sorriso e non è poco ma, la tua combinazione di eventi negativi non muta. Ne parlai a Silvia con difficoltà, fortunatamente non ci vollero troppe parole. Fino a quel giorno la mia vita aveva visto una evoluzione piuttosto normale, caratterizzata dal più classico “se dai hai” in tutti i campi, amici, scuola, lavoro e in parte anche negli affetti, non sempre il coefficente era quello che magari speravi però un ritorno positivo c’era, c’era sempre stato. E’ facile vivere così, devi impegnarti, usare la testa ma mai lottare o usare la spada. Fu così che il mio guerriero si era sopito dentro di me, inattivo da quando avevo memoria. Silvia lo svegliò, toccò con precisione il mio orgoglio ma senza ferirmi, solleticò quel naturale spirito di competizione che tutti abbiamo, poi con estrema semplicità mi chiese: “Chi ti ha detto che era facile?”. A quel punto la riscossa era già nell’aria. Mise in mano al mio guerriero un’arma consigliandomi un libro, “Chi ha spostato il mio farmaggio“, un piccolo libro, una parabola quasi infantile, pieno di ovvietà, ovvietà che è facile dimenticare o solo non sappiamo recuperare quando perdiamo lucidità. Ho sempre da quel giorno un paio di scarpe da tennis nell’armadio, il mio guerriero è desto e si allena.
Vi consiglio di leggere il libro, anche in momenti “facili” della vita può aiutare a non sedersi perchè come mi disse uno scienziato pazzo, “No condition is permanent”.
Anche se dopo diversi anni…… Grazie Silvia!
Poldo, al secolo Leonardo Angelini. Dietro questo pseudonimo un po’ buffo che richiama alla memoria l’amico un po’ tonto di Braccio di Ferro che altro non faceva se non mangiare hamburger, si nasconde in realtà una persona molto viva e attiva. Distinto signore dall’aspetto sempre molto curato, così come è curato e ricercato nell’abbigliamento. Tendenzialmente si cela in quei di Foligno dove però non è facile vederlo in quanto si nasconde spesso dietro ad un monitor anzi due monitor da quando è ingrassato. Il computer, il virtuale è il suo mondo e riesce a fare cose mirabolanti ma se lo togliete da lì è smarrito, si guarda spesso intorno con aria persa e la sua reattività ci fa pensare ad una discendenza diretta dal bradipo, potete notare anche una certa somiglianza. Laureatosi quando ancora non esisteva il multitasking non riesce ad eseguire più di una attività per volta e tende a prediligere quella del respirare, attività questa che gli occupa gran parte della giornata. Super consumatore di Ipertecnologia è regolarmente spennato dai venditori di tutti quei gadget che emettono suoni e luci (a patto che siano WI-FI). I suoi rapporti affettivi si dividono in egual misura ai suoi server di rete che cura con materno amore, gli cambia spesso i dischi, si preoccupa di loro anche da lontano attivando collegamenti satellitari. Si vocifera che Microsoft abbia acquisito i diritti sul suo DNA anche se nessuno capisce il perchè.
Chiudiamo con un’immagine di Poldo in ufficio nel pieno delle sue attività.
Per ulteriori informazioni: www.leonardoangelini.it
Lo vedete nella foto e ci sarebbe poco da aggiungere, è una vecchia foto segnaletica della polizia, in realtà, l’aspetto se pur raccappricciante è solo la punta dell’iceberg, mettetevi comodi.
E’ sostanzialmente un famelico, mangiare è per lui un’ossesione, divora qualsiasi cosa, il suo stomaco ha visto più schifezze delle fogne di Calcutta. In sostanza l’individuo è un perfetto termovalorizzatore, potrebbe risolvere in poco i problemi della spazzatura di Napoli, in effetti era stato contattato da Bertolaso, fu scartato dopo una prima prova in quanto le emissioni gassose erano prodotte in modo troppo rumoroso e pur inserendo silenziatori, anche di notevoli dimensioni, non si riusciva ad avere livelli accettabili.
Spesso organizza banchetti insieme a robottari o radioamatori e qualsiasi scusa è buona per bere e mangiare, non risultano infatti robot costruiti da lui e anche le scampagnate con la radio al seguito e quintali di salsiccie per parlare con qualcuno che non conosci? Ivan, alza il telefono e fai dei numeri a caso.
Vabbè direte voi non è che questo lo renda tremendo, è vero avete ragione, mi vedo costretto a dire anzi, a mostrare qualcosa di più, Ivan è praticamente un impiegato statale e qui ve lo mostro nel pieno della sua attività lavorativa.
Aggoirnamenti su di lui li potete trovare qui: http://www.ivandecesaris.it
Attenti, non gli capitate davanti in particolare all’ora di pranzo.
E’ venuto a trovarmi Pastone, un vecchio pastore tedesco, da sempre randagio, da sempre vive in mezzo a boschi, in cima alle colline e ai monti di qualche parte del nostro bel paese. Era un sacco di tempo che non si faceva vedere. E’ per me un grande amico e conoscitore del genere umano che così abilmente sa schivare. Abbiamo trascorso insieme una bella giornata ma verso le prime ore del pomeriggio lo vedo con la faccia di chi sta per salutare. “Perchè? Rimani amico mio, cosa ti porta a fuggirmi ancora?” Gli chiesi triste, e lui a me con quell’aria un po’ delusa di chi si aspettava di essere compreso: “Non ti sei accorto amico mio che qui, dove vivete voi non si vede il cielo? Di giorno fumo e smog, grigio ovunque e se la fortuna vi aiuta, liberando l’aria da quello sporco filtro di cui vi siete dotati e anche un solo raggio di sole vi raggiunge voi vi nascondete dietro a lenti colorate e finte, non distinguete più le nubi, da quanto tempo amico non disegni con le nuvole quegli evanescenti quadri che facevi da bambino? Ma adesso viene la sera, la notte che voi avete acceso di falsa luce, no, non posso non vedere le stelle, il candore della via lattea che i vostri giovani non hanno mai visto, ho bisogno di giocare con quella giostra di miti che ci sovrasta ogni notte, di sognare, di perdermi in quell’immensità a cui l’occhio si adatta con fatica. Voi oramai guardate solo orizzontale e avete fatto del vostro mondo un mondo piatto, non fa per me, devo andare ma tu, amico mio, se ancora puoi, guarda il cielo”. Se ne andò correndo chissà dove ma io alzai lo sguardo e Sirio brillava nel tenue chiarore di un tramonto ormai finito. Guarda il cielo quando puoi.
Ci risiamo, anche in questi giorni ho sentito qualcuno (di palazzo) dire che la produttività dei lavoratori italiani deve crescere. Mi avete un po’ scocciato! Non tanto perchè non ritengo giusto migliorarsi, per carità è sacrosanto ma ritengo si debba essere più onesti e “completi” nelle informazioni, ritengo corretto contestualizzare un po’ meglio, ritengo poi necessario che qualche giornalista (se ne esistono ancora) si metta a controllare le “dichiarazioni” fatte un po’ superficialmente e spacchi il c… capello in quattro. Vediamo un po’ di dati: Non è facile trovare dati coerenti, (ma và) prendendo quelli più pessimistici pare che siamo meno produttivi del 2% rispetto alla media europea, altri rapporti dicono che al contrario siamo più produttivi di americani tedeschi e francesi di ben 10 punti… vabbè teniamo il -2% come riferimento. Gli stipendi italiani sono in valore assoluto il 10-15% più bassi della media europea e, se paragonati al potere d’acquisto ben il 30-40% inferiori (in pratica siamo dei pezzenti). Credo non serva aggiungere altro, immagino che ogni lavoratore accetterebbe di fare il 2% di lavoro straordinario (9 minuti e 36 secondi al giorno) in cambio del 30% di stipendio in più, immagino che ogni imprenditore ad esempio tedesco accetterebbe di far lavorare 10 minuti in meno i suoi lavoratori in cambio di una riduzione del 30% dello stipendio.
Lo faccio io un paragone adesso, in Germania ci sono circa 54.000 (cinquantaquattromila) auto blu, in Francia se non erro poco meno di 58.000 (cinquantottomila), in Italia udite udite sono circa 564.000 (non mi sono sbagliato, sono cinquecentosassantaquattromila), 564.000 bolli, 564.000 assicurazioni, chissà quanti autisti. Fateci i conti voi, considerate che le auto vengono cambiate ogni 2 o 3 anni, che sono auto di lusso, e poi ditemi se accettate ancora che si parli della nostra produttività.
Pomeriggio romantico a passeggio con la mia dolce mogliettina, colline imbiancate da una neve leggera, un riflesso che non riesce a nascondere il verde pronto a riemergere, l’odore dell’aria asciutta in una tersa giornata di fine inverno. Fu una folata di aria calda a distoglierci dai nostri fraseggi, subito seguita da un odore di carote tagliate, un astronave delle dimensioni di un pulmino ci affianca e con una elegante veronica si mette dinnanzi a noi, a circa 10 metri, ci fermiamo, a metà distanza comincia a materializzarsi l’ologramma di un extraterrestre, è un abitante del pianeta Tebit, con fare molto rispettoso si presenta a noi, si scusa per l’interruzione e ci chiede:”Siamo una delegazione del nostro pianeta, e vorremmo incontrare i saggi della vostra terra, ci potete aiutare?”. Passano alcuni secondi dove cerco di inquadrare la domanda. “forse intendi i potenti di questa terra, coloro che comandano?” gli rispondo. “Sono la stessa cosa qui da voi?”. Ecco, scacco matto, non lo sono e mi sento già stupido per questo, ma la cosa tremenda è che non saprei da chi mandarli, il mio sguardo si fa perso, vorrei iniziare un discorso per spiegargli quanto sia più complesso qui da noi ma l’aggettivo “complesso” nella mia mente fa ora stranamente rima con “arretrato”, sono a bocca aperta nel tentativo di sillabare qualcosa che non esce, è l’alieno a farlo prima di me: “Non ti crucciare umano, sono secoli che veniamo ponendo questa domanda e ritorniamo senza conoscerci meglio, sappiamo aspettare”. Detto questo svanisce salutando con un inchino, l’astronave riparte.
Un tempo, nei villaggi avrebbero saputo rispondere, un tempo non ci sarebbero stati dubbi, che strana evoluzione ha l’uomo. Ancora oggi mi interrogo per avere una risposta nel caso ritornino, ancora oggi non saprei che dire.