Insonnia

Era il silenzio di una notte insonne, iniziata ascoltando quei suoni diversi, certo suoni noti come il frusciare delle foglie, un treno in lontananza, qualche cigolio o il tremendo russare del cane in giardino. Nessuna novità apparente ma la notte sembrava avvolgere quei suoni di un sapore antico. Mentre lo sguardo solo in apparenza distratto scruta il cielo stellato, il corpo è solcato da un brivido, forse l’aria fresca che respiro, forse una stanchezza che non basta a sopire la mente e i suoi pensieri.
E’ in questi momenti che emozioni e ragioni sono così vicine nella mia mente, entrambe udibili, serenamente dialoganti. Sorvolavo senza rabbia alcune notizie del giorno, terrorismo. Che strana era sto vivendo. Forse non è vero, però anche nel passato… magari allora le chiamavano imboscate, a ben pensare cosa cambia, è sempre la stessa cosa, poveracci che si scagliano contro i ricchi, contro i suoi simboli, mura, castelli, carrozze. Oggi sono solo cambiate le dimensioni. Contadini un tempo che sudavano su ettari di bassa terra senza rimanere di che cibarsi. Cittadini oggi di paesi ricchi di petrolio, del bene più prezioso, che possono godere solo di quel nero riflesso. In comune la disperazione di chi vede la propria vita relegata in difficili sopravvivenze, fatica in cui nessuno ti sorregge, non sei un bene prezioso, di poveracci ne è pieno il mondo. Che notte maledetta, in questo buio che mi avvolge da lontano, lontani i ricordi delle emozioni vissute sui libri di storia dove nasceva il mio senso di giustizia e ringraziavo chi aveva lottato contro tiranni o solo cortigiani, caste, privilegiati, politici corrotti… perché quelle loro lotte avevano donato a me una libertà. Perché oggi, perché le stesse lotte, gli stessi disperati non son più eroi o pionieri di libertà ma atroci carnefici? Forse solo perché ho sonno e voglio tornare a chiudere gli occhi sul mio morbido cuscino.

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